L’incredibile storia di Soia e Tofu
17 ott 2021
Una toccante storia di gatti e umani ambientata tra i vicoli di Pechino
Lo ammetto, quando vedo un libro con gatti in copertina non so resistere. Se poi i nomi felini richiamano due tra i più noti alimenti della dieta vegetariana e la storia è ambientata a Pechino – che mi ricorda gli studi universitari – allora vuol dire che deve essere proprio mio.
L’ incredibile storia di Soia e Tofu di Pallavi Aiyar narra di due gatti molto diversi tra loro: Soia è rosso, grosso e temerario mentre Tofu è una piccola, timida randagia. Per uno strano caso del destino si ritroveranno a vivere insieme e, pur essendo così diversi, diventeranno inseparabili. Inizialmente, Soia adempirà al suo compito di “fratello maggiore” insegnando a Tofu come si comunica con gli umani, in modo da instaurare con la nuova famiglia una proficua e pacifica convivenza.
Tutto procede bene finché un uomo, apparentemente gentile e premuroso, entrerà nelle loro vite e le sconvolgerà, costringendoli a varcare il cancello del giardino e a scoprire che, al di là degli hutong, c’è tutto un mondo pieno di incertezze e pericoli.
Chi ha la fortuna di vivere con uno o più gatti sa che ognuno di loro ha una propria personalità – notoriamente molto decisa – che si accompagna a un costante bisogno di affetto e attenzioni, anche nei soggetti che si mostrano più indipendenti. Chi, invece, non ha mai sperimentato tale tipo di amore, grazie a questo delicato racconto potrà scoprire tante cose di animali a dir poco splendidi nonché di noi umani che, il più delle volte, non ne usciamo bene.
| Autore | Pallavi Aiyar |
|---|---|
| Traduttore | Monica Pesetti |
| Editore | Feltrinelli |
| Collana | Universale Economica |
| Anno edizione | 2016 |
| Stato di lettura | Finito |
Prodotti correlati
3 ott 2021
Un grattacielo londinese diviene la metafora della ricaduta nelle barbarie di un’intera classe sociale
Ottobre è il mese di Halloween e dei racconti del terrore. Per questo ho pensato di scegliere un libro a tema, ma non vi aspettate di trovare streghe, vampiri, teschi e zombie: l’angoscia e lo sgomento suscitati da questo racconto sono frutto del genere umano.
I tre protagonisti principali de Il condominio – Anthony Royal, Robert Laing e Richard Wilder – vivono in un grattacielo di quaranta piani assieme a migliaia di persone, una vera e propria oasi (apparentemente) felice che si autogestisce grazie a molteplici, lussuose comodità: piscine, scuole, ristoranti, supermercati, banche e vari ascensori ad alta velocità. Proprio questi ultimi diverranno teatro abituale delle peggiori nefandezze perpetrate ai danni dei vari inquilini, da parte dei loro stessi pari.
Tutto parte da vari blackout che inizialmente colpiscono i piani inferiori ma che, ben presto, si estendono all’intero l’edificio. Inizialmente il buio scatenerà il panico tra i condomini ma non dovrà passare molto tempo prima che, in virtù dello stesso, si sentano autorizzati a esternare i loro istinti più primordiali, innescando una serie di reazioni a catena che impediranno di distinguere il bene dal male.
Le tre classi sociali che popolano il grattacielo – alta società, ricca borghesia e ceto medio – sono rappresentate rispettivamente da Royal, Laing e Wilder. La lotta spietata per la conquista dei piani alti farà sì che solo uno di loro riuscirà a sopravvivere: colui che meglio saprà adattarsi alla nuova condizione, senza lasciarsi coinvolgere dalla follia comune.
Se avete voglia di immergervi nell’atmosfera lievemente macabra dei giorni autunnali, questa storia vi insegnerà che non bisogna cercare molto lontano da noi per avvertirla.




