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Ti prendo e ti porto via

8 ago 2021

Due storie d’amore tormentate cambieranno per sempre le vite dei protagonisti

Ho letto Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti molti anni fa. Non ricordo più i particolari della trama ma è uno di quei libri che continuo costantemente a consigliare, soprattutto ai lettori non propriamente fervidi o, più semplicemente, a quelli che sono incappati nel classico “blocco”.

Il motivo è presto detto: è un romanzo che si lascia divorare. Lo scenario nel quale si svolge la storia (o, per meglio dire, le storie) è Ischiano Scalo, una cittadina immaginaria dove il mare c’è ma non si vede, con inverni gelidi ed estati asfissianti che allontanano tutti i turisti. Il primo personaggio che incontriamo è Pietro Moroni, un timido ragazzino innamorato segretamente di Gloria Celani, sua coetanea bella e un po’ spavalda. Questa giovane storia d’amore s’intreccerà con quella, più matura, tra Graziano Biglia e Flora Palmieri: lui è un ex playboy di quarantaquattro anni che torna al suo paese natale, lei è una professoressa che conduce una vita misteriosa e viene tenuta a distanza da tutti.

I nostri protagonisti non potrebbero essere più diversi tra loro, eppure le loro vite si incroceranno in modo inatteso. Lo stile estremamente diretto di Ammaniti ci guida tra i flussi di pensiero dei protagonisti trascinandoci con spietata ironia in vicende che hanno il sapore del noir.

  • Moderna e contemporanea, Narrativa italiana
  • Scheda libro
  • Citazioni
Autore

Niccolò Ammaniti

Editore

Mondadori

Collana

Piccola Biblioteca Oscar

Anno edizione

2006

Stato di lettura

Finito

Aveva sempre saputo che era un passo da fare. Al più presto. Prima che la sua verginità diventasse cronica e la inchiodasse in una zitellaggine paralizzante e amara. Prima che la testa si mettesse a farle brutti scherzi. Prima che incominciasse ad avere paura.
Ma aveva sognato un principe azzurro ben diverso. E una cosa romantica, con un uomo sensibile (tipo Harrison Ford) che l'avrebbe incantata, le avrebbe detto cose bellissime e le avrebbe giurato amore eterno in rime baciate,
E invece guarda un po' cosa le era capitato, il sex symbol da spiaggia, mister Trumbador, con i capelli ossigenati e gli orecchini, l'intrattenitore dei villaggi Valtur.
E sapeva che per Graziano lei non significava niente. Un altro nome da aggiungere alla sua infinita lista. Una vaschetta di cibo da consumare e poi abbandonare vuota per strada.
Ma non importava.
No, non importava.
𝘎𝘭𝘪 𝘷𝘰𝘳𝘳ò 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰.
L'aveva messa nella lista. Come tante altre (belle, brutte, cretine, intelligenti) che avevano accettato di passarci la notte, avevano accettato di far entrare il membro di quest'uomo all'interno del loro corpo. Donne che facevano sesso così come mangiavano o si lavavano i denti. Donne che vivevano.
Donne normali.
𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘪𝘭 𝘴𝘦𝘴𝘴𝘰 è 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘭𝘪𝘵à.
(𝘌 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢𝘪 𝘱𝘢𝘶𝘳𝘢?)
𝘚ì. 𝘊𝘦𝘳𝘵𝘰. 𝘛𝘢𝘯𝘵𝘢. 𝘔𝘪 𝘵𝘳𝘦𝘮𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘨𝘢𝘮𝘣𝘦 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘦 𝘭𝘢 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘯𝘦𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘪𝘳𝘦.
Ma era convinta che quel passo l'avrebbe restituita al mondo cambiata.
in cosa?
In qualcos'altro. Sicuramente in qualcosa di diverso da quello che era adesso.
(𝘊𝘰𝘴𝘢 𝘴𝘦𝘪 𝘢𝘥𝘦𝘴𝘴𝘰?)
𝘘𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘷𝘢.
Qualcosa di uguale alle altre.
E se non c'era romanticismo, non c'era amore, pazienza.
Andava bene lo stesso.

[pp. 322 - 323]

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