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Le ricette della signora Tokue

22 ago 2021

Una favola moderna ambientata in Giappone sull’amicizia e la tolleranza

Le recenti Olimpiadi di Tokyo 2020 hanno certamente acceso in moltə l’interesse per la cultura e le tradizioni giapponesi. Tra queste si annovera anche l’arte culinaria, che è protagonista di questo lieve romanzo.

La signora Tokue è un’ottantenne molto volitiva che, dopo varie insistenze, riesce a farsi assumere dal giovane Sentaro per preparare i dorayaki (tipici dolci giapponesi) nel chiosco che ha in gestione nella periferia di Tokyo. A convincerlo sarà la sublime confettura an preparata da Tokue: il segreto, gli dice, è ascoltare i fagioli azuki mentre si cuociono, lasciarsi raccontare la storia del viaggio che li ha portati fin lì, in quella pentola.

Questo approccio “sentimentale” alla cucina, che Sentaro non aveva mai considerato prima, influirà positivamente non solo sulla sua attività commerciale, ma soprattutto sulla sua visione della vita. Infatti, il segreto più importante che gli svelerà Tokue sarà ben più rilevante, un segreto legato al passato ma che, come spesso accade, continua ad avere ripercussioni nel presente della donna.

Un terzo personaggio, che lascio scoprire a voi, si inserirà tra i due protagonisti principali contribuendo a cementare il loro legame d’amicizia. Gli alti e i bassi di questo rapporto, proprio come le stagioni, sono scanditi dall’albero di ciliegio che si trova di fronte al laboratorio dei dorayaki.

Da questo libro è stato tratto il film Le ricette della signora Toku, diretto da Naomi Kawase e presentato al Festival di Cannes nel 2015.

  • Moderna e contemporanea, Narrativa straniera
  • Scheda libro
Autore

Durian Sukegawa

Traduttore

Laura Testaverde

Editore

Einaudi

Collana

Super ET

Anno edizione

2019

Stato di lettura

Finito

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I tre protagonisti principali de Il condominio – Anthony Royal, Robert Laing e Richard Wilder – vivono in un grattacielo di quaranta piani assieme a migliaia di persone, una vera e propria oasi (apparentemente) felice che si autogestisce grazie a molteplici, lussuose comodità: piscine, scuole, ristoranti, supermercati, banche e vari ascensori ad alta velocità. Proprio questi ultimi diverranno teatro abituale delle peggiori nefandezze perpetrate ai danni dei vari inquilini, da parte dei loro stessi pari.

Tutto parte da vari blackout che inizialmente colpiscono i piani inferiori ma che, ben presto, si estendono all’intero l’edificio. Inizialmente il buio scatenerà il panico tra i condomini ma non dovrà passare molto tempo prima che, in virtù dello stesso, si sentano autorizzati a esternare i loro istinti più primordiali, innescando una serie di reazioni a catena che impediranno di distinguere il bene dal male.

Le tre classi sociali che popolano il grattacielo – alta società, ricca borghesia e ceto medio – sono rappresentate rispettivamente da Royal, Laing e Wilder. La lotta spietata per la conquista dei piani alti farà sì che solo uno di loro riuscirà a sopravvivere: colui che meglio saprà adattarsi alla nuova condizione, senza lasciarsi coinvolgere dalla follia comune.

Se avete voglia di immergervi nell’atmosfera lievemente macabra dei giorni autunnali, questa storia vi insegnerà che non bisogna cercare molto lontano da noi per avvertirla.

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George Milton e Lennie Small sono due vagabondi che si guadagnano da vivere lavorando nelle varie fattorie del paese. Lennie è grande, grosso e forzuto, tutte caratteristiche che lo rendono un perfetto bracciante, ma è affetto da un ritardo mentale; dal canto suo, invece, George è piccolo e mingherlino ma furbo e intelligente.

Il legame tra i due protagonisti è la vera forza del romanzo. Nonostante le loro personalità siano così diverse, a tratti opposte, entrambi hanno un sogno di libertà che li accomuna: comprare un pezzo di terra da coltivare per poter abbandonare finalmente il lavoro di braccianti e vivere assieme a tanti animali, dei quali Lennie potrà prendersi cura.

L’autore avrebbe potuto scegliere di concentrarsi sulle peculiarità dei due protagonisti, magari sottolineando gli aspetti comici di esse; invece, il quadro storico e sociale in cui questi personaggi vengono inseriti li rende tragici, e quel senso di dolore, inadeguatezza e impotenza che pervadono il contesto narrativo rendono questo romanzo un classico intramontabile della letteratura internazionale.

Due curiosità riguardanti la traduzione italiana del titolo (Of Mice and Men): 1) fin dalla prima edizione del 1938, tradotta da Cesare Pavese, l’ordine dei sostantivi viene invertito in Uomini e topi, appunto; 2) la Bompiani, unica casa editrice ad aver distribuito il libro, ritenne che l’of non dovesse essere reso come complemento d’argomento (a differenza, ad esempio, della traduzione francese, spagnola e tedesca) in quanto nei versi di Burns introduceva un complemento di specificazione.

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