La sovrana lettrice
1 ago 2021
La regina d’Inghilterra, dopo aver scoperto la lettura, decide di trasmettere la nuova passione a tutti i suoi sudditi
Il 28 luglio scorso si è spento, all’età di ottant’anni, lo scrittore e saggista Roberto Calasso. La casa editrice Adelphi, di cui era proprietario e direttore editoriale dal 1971, ha sempre dedicato una cura particolarissima alla scelta dei titoli da pubblicare regalandoci dei veri e propri gioielli.
Tra questi vi è certamente La sovrana lettrice di Alan Bennett, un volume di meno di 100 pagine nelle quali si racchiude tutta la maestria dell’autore, in particolare della sua carriera da commediografo.
Al centro della vicenda troviamo la regina d’Inghilterra che, per un caso fortuito e già avanti negli anni, scopre di avere una passione smodata per i libri e la lettura. Questa scoperta è talmente coinvolgente dall’indurre Sua Maestà a volerne rendere partecipi tutti i suoi sudditi. Ecco, dunque, che durante le visite ufficiali su scala nazionale le consuete domande sul luogo di provenienza geografica o l’anzianità di lavoro vengono sostituite dal nuovissimo quesito “che cosa sta leggendo al momento?”, che inizia a lasciare letteralmente a bocca aperta.
Appurato che l’ardore reale per la lettura non è solo un capriccio e, anzi, diventa di giorno in giorno sempre più forte, a corte si inizia a tramare per far sì che la regina torni a occupazioni maggiormente confacenti al suo ruolo. Per sapere chi avrà la meglio dobbiamo arrivare all’ultima pagina, o meglio all’ultima riga, dove la nostra curiosità sarà soddisfatta grazie a un eccellente colpo di scena.
Autore | Alan Bennett |
---|---|
Traduttore | Monica Pavani |
Editore | Adelphi |
Collana | Gli Adelphi |
Anno edizione | 2020 |
Stato di lettura | Finito |
Quando arrivarono a palazzo la regina interpellò Grant, un giovane valletto che aveva seguito la parata, e venne a sapere che mentre Sua Maestà era alla Camera dei Lord la sicurezza aveva sguinzagliato i cani poliziotto e le aveva confiscato il libro. Grant riteneva che l'avessero fatto esplodere.
« Esplodere? » disse la regina. « Ma era Anita Brookner! ».
Il giovane, decisamente poco ossequioso, disse che magari la sicurezza l'aveva scambiato per un ordigno.
E la regina: « Ma certamente. Perché lo è. Un libro è un ordigno per infiammare l'immaginazione ».
[p. 32]
Prodotti correlati
1 apr 2022
Una fiaba surreale che ci parla di libertà femminile e ostinazione amorosa
Nel primo pomeriggio del gennaio 1880 Mr e Mrs Tebrick vanno a passeggiare, come loro solito, sulla piccola collina boscosa nei pressi della loro abitazione. A un tratto si odono i segugi, poi il corno del cacciatore in lontananza; Silvia Tebrick, spaventata, lascia la mano del marito lanciando un grido, lui si volta a guardarla e… “Dove un istante prima si trovava sua moglie, adesso c’era una piccola volpe di color rosso acceso”.
È così che inizia La signora trasformata in volpe di David Garnett, una storia che offre vari spunti di lettura. Per comprenderne meglio la genesi, dobbiamo sapere che l’autore era un esponente del Bloomsbury Group, quel gruppo di intellettuali che nei primi trent’anni del Novecento si situò al centro del dibattito culturale in Inghilterra. Uno dei punti cardine della loro filosofia era il rifiuto delle convenzioni borghesi dell’epoca, tra le quali la suddivisione tra ruoli maschili e femminili. L’indipendenza della figura femminile risulta centrale per lo sviluppo della storia.
In seguito all’eccezionale trasformazione della moglie, Mr Tebrick cercherà in tutti i modi di trattarla come quando aveva sembianze umane, preoccupandosi ogni giorno di lavarla, profumarla e vestirla. Se inizialmente i due coniugi riescono a conservare alcune delle vecchie abitudini come fare colazione, giocare a carte o guardare vecchie foto, ben presto la natura selvatica della volpe avrà il sopravvento. A nulla serviranno i tentativi di Mr Tebrick di tenerla in casa per proteggerla dai cacciatori: Silvia fuggirà nel bosco e non tornerà più indietro.
Dunque, davvero tutto è perduto? In realtà, no. I sentimenti di Mr Tebrick nei confronti della sua Silvia muteranno, ma non si indeboliranno. Il senso di possesso iniziale si arrenderà al desiderio di libertà della moglie, fino a portarlo a stravolgere la sua vita per starle accanto. Questa fiaba delicata e, a suo modo, leggera ci insegna che l’amore trova sempre una strada per tenerci unitǝ a qualcunǝ.
3 ott 2021
Un grattacielo londinese diviene la metafora della ricaduta nelle barbarie di un’intera classe sociale
Ottobre è il mese di Halloween e dei racconti del terrore. Per questo ho pensato di scegliere un libro a tema, ma non vi aspettate di trovare streghe, vampiri, teschi e zombie: l’angoscia e lo sgomento suscitati da questo racconto sono frutto del genere umano.
I tre protagonisti principali de Il condominio – Anthony Royal, Robert Laing e Richard Wilder – vivono in un grattacielo di quaranta piani assieme a migliaia di persone, una vera e propria oasi (apparentemente) felice che si autogestisce grazie a molteplici, lussuose comodità: piscine, scuole, ristoranti, supermercati, banche e vari ascensori ad alta velocità. Proprio questi ultimi diverranno teatro abituale delle peggiori nefandezze perpetrate ai danni dei vari inquilini, da parte dei loro stessi pari.
Tutto parte da vari blackout che inizialmente colpiscono i piani inferiori ma che, ben presto, si estendono all’intero l’edificio. Inizialmente il buio scatenerà il panico tra i condomini ma non dovrà passare molto tempo prima che, in virtù dello stesso, si sentano autorizzati a esternare i loro istinti più primordiali, innescando una serie di reazioni a catena che impediranno di distinguere il bene dal male.
Le tre classi sociali che popolano il grattacielo – alta società, ricca borghesia e ceto medio – sono rappresentate rispettivamente da Royal, Laing e Wilder. La lotta spietata per la conquista dei piani alti farà sì che solo uno di loro riuscirà a sopravvivere: colui che meglio saprà adattarsi alla nuova condizione, senza lasciarsi coinvolgere dalla follia comune.
Se avete voglia di immergervi nell’atmosfera lievemente macabra dei giorni autunnali, questa storia vi insegnerà che non bisogna cercare molto lontano da noi per avvertirla.
9 feb 2022
Un sentimento assoluto e devastante trascina il protagonista in un incubo interminabile
Quando ho terminato di leggere Un amore senza fine di Scott Spencer non ho avuto difficoltà a capire perché è stato tradotto in venti lingue e apprezzato, fin dalla pubblicazione, da milioni di persone. L’idea di base è quella di un amore adolescenziale che, tipicamente, tende a far esasperare qualunque sensazione o stato d’animo. Dunque, se a scrivere questa storia fosse stato qualcun altro, probabilmente avremmo letto uno dei tanti young adult che ci sono ora in circolazione. Invece, fin dalla prima pagina ci rendiamo conto che non si tratta di nulla del genere.
David Axelrod è la voce narrante del romanzo. Diciasettenne di Chicago, è follemente innamorato della coetanea Jade Butterfield: quando i genitori di lei, preoccupati che il rapporto con la figlia sia diventato troppo morboso, gli impediscono di vederla, è talmente accecato dal dolore da decidere di dare fuoco alla loro casa. Sarà l’evento scatenante che darà il via a una serie pressocché interminabile di inganni, sotterfugi e bugie che impediranno al nostro protagonista di ritrovare la pace.
Non ho empatizzato con il personaggio di David. Quello che lui definisce “amore” per me non è altro che un’ossessione che gli fa perdere totalmente la lucidità e gli impedisce di distinguere ciò che conta davvero. A maggior ragione, non sono riuscita ad apprezzare Jade. L’immagine di lei che ci viene restituita è quella elaborata da David; di conseguenza, non è assolutamente attendibile. Perfino lei stessa non riesce ad attribuirsi tutto il valore che le dà l’innamorato e, in effetti, ne ha ben donde.
Dunque, per quale motivo mi sento di consigliare questo libro? Certamente per la maestria e dovizia di particolari con le quali viene narrato anche l’episodio apparentemente più insignificante e che, invece, si rivela assolutamente funzionale allo sviluppo dell’intera vicenda. Le emozioni di David, l’arrovellarsi del suo cervello, ogni sua più piccola azione, vengono scandagliati in modo tale da avermi lasciarmi stupefatta a ogni pagina.
Con l’ausilio di tali mirabili espedienti narrativi, l’autore ci guida attraverso un groviglio di sentimenti mostrandoci la loro forza che, nella sua assolutezza, può condurre persino all’autodistruzione.