Me parlare bello un giorno
24 ott 2021
Come combattere l’inadeguatezza di stare al mondo a colpi di autoironia
Ho avuto la fortuna di frequentare un corso di laurea che mi ha dato l’opportunità di aggiungere tantissime letture a quelle che ero solita scegliere autonomamente. Tra queste, al quarto anno di lingua inglese c’era anche Me parlare bello un giorno di David Sedaris.
Se anche voi vi siete mai approcciatə allo studio di una lingua straniera, vi ricorderete certamente i momenti di sconforto che accompagnano le varie fasi dell’apprendimento. Questo senso di inadeguatezza si avverte in tutti racconti – dal primo, nel quale viene posto l’accento sul difetto di pronuncia che in età scolare costringe l’autore a eliminare tutte le parole con la “s”, fino a quello dedicato all’incontro con la lingua francese – e, man mano, si estende ai vari momenti della quotidianità. Il segreto sta nell’affrontare situazioni di imbarazzo e inettitudine con l’ironia, che ci aiuta ad accettare quella parte un po’ sfigata di noi stessə.
I diciannove capitoli del libro scorrono velocemente e piacevolmente grazie soprattutto al sarcasmo che li contraddistingue e che ci regala, sì, momenti di grande ilarità ma anche spunti di riflessione sulla società americana contemporanea. È una lettura che mi sento di consigliare a tuttə, in particolare a coloro che spesso si sentono sconfittə dalle piccole battaglie sociali e personali che ci ritroviamo a fronteggiare giorno per giorno.
| Autore | David Sedaris |
|---|---|
| Traduttore | Matteo Colombo |
| Editore | Mondadori |
| Collana | Piccola Biblioteca Oscar |
| Anno edizione | 2011 |
| Stato di lettura | Finito |
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5 set 2021
La vita coniugale, a volte, può riservare degli imprevedibili lati nascosti
Nel suo penultimo film Massimo Troisi ci lascia una delle sue perle più preziose, che recitava così: “[…] io credo che in particolare un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro, troppo diversi”. Questa è proprio una delle cose che ho pensato dopo aver letto La storia di un matrimonio di Andrew Sean Greer.
Il titolo sembra anticipare già molto di quello che andremo a leggere, lasciando anche immaginare che il contenuto sia banale e prevedile, ma in realtà questa è una storia piena di colpi di scena che ci tengono sospesi fino all’inaspettato epilogo.
Ho ammirato moltissimo la capacità dell’autore di farsi portavoce del punto di vista tutto al femminile della protagonista, nonché voce narrante, Pearlie. L’incontro con Holland Cook cambierà per sempre la sua vita: vedendolo come l’uomo più desiderabile al mondo, s’impegnerà per diventare la moglie perfetta che egli merita; ma i suoi sentimenti resteranno sempre in superficie poiché non riuscirà mai a comprendere i reali desideri del marito.
L’impressione che ho avuto al termine della lettura è che, nonostante il finale sembri trasmettere una certa serenità, nessuno è realmente felice. Riuscire a essere sé stessi, a non aver paura di mostrarci per ciò che siamo davvero, è una delle conquiste più difficili. E ciò che forse più sconvolge, è che lo è anche tra due persone che decidono di trascorrere la vita insieme.
1 ago 2021
La regina d’Inghilterra, dopo aver scoperto la lettura, decide di trasmettere la nuova passione a tutti i suoi sudditi
Il 28 luglio scorso si è spento, all’età di ottant’anni, lo scrittore e saggista Roberto Calasso. La casa editrice Adelphi, di cui era proprietario e direttore editoriale dal 1971, ha sempre dedicato una cura particolarissima alla scelta dei titoli da pubblicare regalandoci dei veri e propri gioielli.
Tra questi vi è certamente La sovrana lettrice di Alan Bennett, un volume di meno di 100 pagine nelle quali si racchiude tutta la maestria dell’autore, in particolare della sua carriera da commediografo.
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Appurato che l’ardore reale per la lettura non è solo un capriccio e, anzi, diventa di giorno in giorno sempre più forte, a corte si inizia a tramare per far sì che la regina torni a occupazioni maggiormente confacenti al suo ruolo. Per sapere chi avrà la meglio dobbiamo arrivare all’ultima pagina, o meglio all’ultima riga, dove la nostra curiosità sarà soddisfatta grazie a un eccellente colpo di scena.




