La storia di un matrimonio
5 set 2021
La vita coniugale, a volte, può riservare degli imprevedibili lati nascosti
Nel suo penultimo film Massimo Troisi ci lascia una delle sue perle più preziose, che recitava così: “[…] io credo che in particolare un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro, troppo diversi”. Questa è proprio una delle cose che ho pensato dopo aver letto La storia di un matrimonio di Andrew Sean Greer.
Il titolo sembra anticipare già molto di quello che andremo a leggere, lasciando anche immaginare che il contenuto sia banale e prevedile, ma in realtà questa è una storia piena di colpi di scena che ci tengono sospesi fino all’inaspettato epilogo.
Ho ammirato moltissimo la capacità dell’autore di farsi portavoce del punto di vista tutto al femminile della protagonista, nonché voce narrante, Pearlie. L’incontro con Holland Cook cambierà per sempre la sua vita: vedendolo come l’uomo più desiderabile al mondo, s’impegnerà per diventare la moglie perfetta che egli merita; ma i suoi sentimenti resteranno sempre in superficie poiché non riuscirà mai a comprendere i reali desideri del marito.
L’impressione che ho avuto al termine della lettura è che, nonostante il finale sembri trasmettere una certa serenità, nessuno è realmente felice. Riuscire a essere sé stessi, a non aver paura di mostrarci per ciò che siamo davvero, è una delle conquiste più difficili. E ciò che forse più sconvolge, è che lo è anche tra due persone che decidono di trascorrere la vita insieme.
Autore | Andrew Sean Greer |
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Traduttore | Giuseppina Oneto |
Editore | Adelphi |
Collana | Gli Adelphi |
Anno edizione | 2019 |
Stato di lettura | Finito |
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9 feb 2022
Un sentimento assoluto e devastante trascina il protagonista in un incubo interminabile
Quando ho terminato di leggere Un amore senza fine di Scott Spencer non ho avuto difficoltà a capire perché è stato tradotto in venti lingue e apprezzato, fin dalla pubblicazione, da milioni di persone. L’idea di base è quella di un amore adolescenziale che, tipicamente, tende a far esasperare qualunque sensazione o stato d’animo. Dunque, se a scrivere questa storia fosse stato qualcun altro, probabilmente avremmo letto uno dei tanti young adult che ci sono ora in circolazione. Invece, fin dalla prima pagina ci rendiamo conto che non si tratta di nulla del genere.
David Axelrod è la voce narrante del romanzo. Diciasettenne di Chicago, è follemente innamorato della coetanea Jade Butterfield: quando i genitori di lei, preoccupati che il rapporto con la figlia sia diventato troppo morboso, gli impediscono di vederla, è talmente accecato dal dolore da decidere di dare fuoco alla loro casa. Sarà l’evento scatenante che darà il via a una serie pressocché interminabile di inganni, sotterfugi e bugie che impediranno al nostro protagonista di ritrovare la pace.
Non ho empatizzato con il personaggio di David. Quello che lui definisce “amore” per me non è altro che un’ossessione che gli fa perdere totalmente la lucidità e gli impedisce di distinguere ciò che conta davvero. A maggior ragione, non sono riuscita ad apprezzare Jade. L’immagine di lei che ci viene restituita è quella elaborata da David; di conseguenza, non è assolutamente attendibile. Perfino lei stessa non riesce ad attribuirsi tutto il valore che le dà l’innamorato e, in effetti, ne ha ben donde.
Dunque, per quale motivo mi sento di consigliare questo libro? Certamente per la maestria e dovizia di particolari con le quali viene narrato anche l’episodio apparentemente più insignificante e che, invece, si rivela assolutamente funzionale allo sviluppo dell’intera vicenda. Le emozioni di David, l’arrovellarsi del suo cervello, ogni sua più piccola azione, vengono scandagliati in modo tale da avermi lasciarmi stupefatta a ogni pagina.
Con l’ausilio di tali mirabili espedienti narrativi, l’autore ci guida attraverso un groviglio di sentimenti mostrandoci la loro forza che, nella sua assolutezza, può condurre persino all’autodistruzione.