Firmino
12 set 2021
Un vero e proprio inno all’amore per la lettura dal finale struggente e malinconico
Se credete di essere degli autentici topi di biblioteca non avete ancora letto Firmino di Sam Savage. La vicenda è raccontata in prima persona proprio da lui, questo topolino fragile e malaticcio nato negli anni Sessanta da una pantegana ubriacona che ha dato alla luce tredici figli in una libreria di Boston. Il caso vuole, però, che la madre snaturata abbia solo dodici mammelle: indovinate quale tra i suoi piccoli roditori resterà senza cibo?
Firmino decide di non arrendersi e, per sopravvivere, comincia a mangiare i libri che vede attorno a sé. Stranamente, non tutti hanno lo stesso sapore; dunque, per capire quali sono i più buoni, decide di leggerli.
L’avvicinamento di Firmino alla lettura andrà di pari passo con l’allontanamento dai suoi simili. Nessun topo di sua conoscenza potrà mai competere con i grandi eroi della letteratura, e così il nostro protagonista sviluppa un’insolita curiosità per tutto ciò che riguarda il genere umano.
Ben presto scoprirà che l’immagine che ha di sé stesso non è quella che gli uomini vedono, e prima di essere accettato – sebbene mai come un essere alla pari – da uno di loro dovrà subire tanti rifiuti. Infine, Firmino sarà costretto a constatare che i libri e il sapere che da essi deriva gli hanno, sì, aperto la mente, ma allo stesso tempo lo hanno condannato a una ineluttabile solitudine.
Autore | Sam Savage |
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Traduttore | Evelina Santangelo |
Editore | Einaudi |
Collana | Super ET |
Anno edizione | 2009 |
Stato di lettura | Finito |