Accabadora
Autore | Michela Murgia |
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Editore | Einaudi |
Collana | Super ET |
Anno edizione | 2014 |
Stato di lettura | Finito |
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15 nov 2021
L’incomunicabilità è alla base dei tredici racconti che danno il titolo alla raccolta
Ultimamente ho difficoltà a tenere impegnata la mente con attività di svago che durino troppo tempo: quindi a un film, in genere, prediligo una serie TV così come a un romanzo una raccolta di racconti. Per questo motivo la mia scelta di lettura era caduta su Gli amori difficili di Italo Calvino; devo ammettere, però, che le mie aspettative riguardo alla maggiore capacità di concentrazione derivata da una lettura di racconti brevi sono state disattese.
Il titolo del libro certamente rimanda a un sentimento forte e impegnativo ma, nella pratica, di romantico c’è ben poco. Ogni “avventura”, come da titolo delle tredici storie, ci apre una finestra su un sentimento irrisolto che, soprattutto a causa dell’incapacità di comunicare, non trova mai appagamento.
La gamma di personaggi alle prese con questi amori senza via d’uscita è varia (fotografo, soldato, lettore, moglie, bagnante, poeta, miope ecc.) ma la sostanza è sempre la stessa. Credo che l’intralcio che ho riscontrato nell’avanzamento della lettura sia dovuto al fatto che la scrittura sia volutamente statica, proprio per sottolineare l’assenza di moti dell’animo particolarmente coinvolgenti: tutte le vicende, in genere, si svolgono nella mente dei protagonisti ma attorno a loro accade poco o nulla.
La vera svolta del libro l’ho trovata, invece, nella seconda parte intitolata La vita difficile. I due racconti lunghi che la compongono (La formica argentina e La nuvola di smog) ci parlano ancora una volta di difficoltà, stavolta più concrete, legate alle vite dei rispettivi protagonisti senza nome. Nonostante, anche in questo caso, debbano scontrarsi con qualcosa di più grande di loro, essi si impegnano in modo attivo per poter trovare una soluzione a ciò che li affligge.