La collina dei conigli
19 set 2021
Un romanzo epico in cui insoliti protagonisti ci insegnano il significato di coraggio e libertà
Chi nasce con l’amore per la lettura ha ricevuto un grande dono, ma chi incontra sul suo cammino persone che sanno consigliare buoni libri può ritenersi doppiamente fortunatə. È proprio quello che è capitato a me che, fin dall’infanzia, grazie ai preziosi consigli delle mie zie ho avuto l’opportunità di scoprire tantissimi libri appassionanti.
Uno di questi è La collina dei conigli di Richard Adams, letto una prima volta durante l’adolescenza e poi ripreso in età adulta con una rilettura che non ha generato pentimenti di sorta. Anzi, è servita per scoprire degli aspetti che non ero riuscita a cogliere inizialmente.
La storia è questa: la vita tranquilla di una colonia di conigli del Berkshire, nel sud dell’Inghilterra, viene scossa dal sogno premonitore del profeta Quintilio. La conigliera verrà distrutta, è questo l’oscuro presagio. Purtroppo, proprio come successe già alla più nota Cassandra, al nostro giovane coniglio non daranno credito. Riuscirà a convincere solo il fratello Moscardo e un piccolo gruppo di amici fidati, così insieme decideranno di intraprendere un viaggio alla conquista della libertà e di un avvenire più sicuro.
Attraverso mirabolanti avventure, degne di un’Odissea in versione bucolica, i nostri eroi capiranno che solo l’unione fa la forza. Un romanzo emozionante che regala tanti spunti di riflessione a ogni età.
Autore | Richard Adams |
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Traduttore | Pier Francesco Paolini |
Editore | BUR Biblioteca Universale Rizzoli |
Collana | BUR Exploit |
Anno edizione | 2010 |
Stato di lettura | Finito |
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1 apr 2022
Una fiaba surreale che ci parla di libertà femminile e ostinazione amorosa
Nel primo pomeriggio del gennaio 1880 Mr e Mrs Tebrick vanno a passeggiare, come loro solito, sulla piccola collina boscosa nei pressi della loro abitazione. A un tratto si odono i segugi, poi il corno del cacciatore in lontananza; Silvia Tebrick, spaventata, lascia la mano del marito lanciando un grido, lui si volta a guardarla e… “Dove un istante prima si trovava sua moglie, adesso c’era una piccola volpe di color rosso acceso”.
È così che inizia La signora trasformata in volpe di David Garnett, una storia che offre vari spunti di lettura. Per comprenderne meglio la genesi, dobbiamo sapere che l’autore era un esponente del Bloomsbury Group, quel gruppo di intellettuali che nei primi trent’anni del Novecento si situò al centro del dibattito culturale in Inghilterra. Uno dei punti cardine della loro filosofia era il rifiuto delle convenzioni borghesi dell’epoca, tra le quali la suddivisione tra ruoli maschili e femminili. L’indipendenza della figura femminile risulta centrale per lo sviluppo della storia.
In seguito all’eccezionale trasformazione della moglie, Mr Tebrick cercherà in tutti i modi di trattarla come quando aveva sembianze umane, preoccupandosi ogni giorno di lavarla, profumarla e vestirla. Se inizialmente i due coniugi riescono a conservare alcune delle vecchie abitudini come fare colazione, giocare a carte o guardare vecchie foto, ben presto la natura selvatica della volpe avrà il sopravvento. A nulla serviranno i tentativi di Mr Tebrick di tenerla in casa per proteggerla dai cacciatori: Silvia fuggirà nel bosco e non tornerà più indietro.
Dunque, davvero tutto è perduto? In realtà, no. I sentimenti di Mr Tebrick nei confronti della sua Silvia muteranno, ma non si indeboliranno. Il senso di possesso iniziale si arrenderà al desiderio di libertà della moglie, fino a portarlo a stravolgere la sua vita per starle accanto. Questa fiaba delicata e, a suo modo, leggera ci insegna che l’amore trova sempre una strada per tenerci unitǝ a qualcunǝ.
9 feb 2022
Un sentimento assoluto e devastante trascina il protagonista in un incubo interminabile
Quando ho terminato di leggere Un amore senza fine di Scott Spencer non ho avuto difficoltà a capire perché è stato tradotto in venti lingue e apprezzato, fin dalla pubblicazione, da milioni di persone. L’idea di base è quella di un amore adolescenziale che, tipicamente, tende a far esasperare qualunque sensazione o stato d’animo. Dunque, se a scrivere questa storia fosse stato qualcun altro, probabilmente avremmo letto uno dei tanti young adult che ci sono ora in circolazione. Invece, fin dalla prima pagina ci rendiamo conto che non si tratta di nulla del genere.
David Axelrod è la voce narrante del romanzo. Diciasettenne di Chicago, è follemente innamorato della coetanea Jade Butterfield: quando i genitori di lei, preoccupati che il rapporto con la figlia sia diventato troppo morboso, gli impediscono di vederla, è talmente accecato dal dolore da decidere di dare fuoco alla loro casa. Sarà l’evento scatenante che darà il via a una serie pressocché interminabile di inganni, sotterfugi e bugie che impediranno al nostro protagonista di ritrovare la pace.
Non ho empatizzato con il personaggio di David. Quello che lui definisce “amore” per me non è altro che un’ossessione che gli fa perdere totalmente la lucidità e gli impedisce di distinguere ciò che conta davvero. A maggior ragione, non sono riuscita ad apprezzare Jade. L’immagine di lei che ci viene restituita è quella elaborata da David; di conseguenza, non è assolutamente attendibile. Perfino lei stessa non riesce ad attribuirsi tutto il valore che le dà l’innamorato e, in effetti, ne ha ben donde.
Dunque, per quale motivo mi sento di consigliare questo libro? Certamente per la maestria e dovizia di particolari con le quali viene narrato anche l’episodio apparentemente più insignificante e che, invece, si rivela assolutamente funzionale allo sviluppo dell’intera vicenda. Le emozioni di David, l’arrovellarsi del suo cervello, ogni sua più piccola azione, vengono scandagliati in modo tale da avermi lasciarmi stupefatta a ogni pagina.
Con l’ausilio di tali mirabili espedienti narrativi, l’autore ci guida attraverso un groviglio di sentimenti mostrandoci la loro forza che, nella sua assolutezza, può condurre persino all’autodistruzione.