Supereroi. Servono i superpoteri per amarsi tutta una vita
Autore | Paolo Genovese |
---|---|
Editore | Einaudi |
Collana | Super ET |
Anno edizione | 2022 |
Stato di lettura | Finito |
Il direttore arriva e si appoggia coi gomiti sulle due sedie osservando il monitor.
- Incomunicabilità di coppia, - dice, con il piglio del capo.
- Già, - fa Anna.
- Le vendite continuano bene, sono contento di averti dato fiducia.
Prende una sedia e si siede accanto a lei.
- Perché non gli fai fare un figlio? - le chiede come un padre.
- A chi?
- Ai supereroi.
- Magari più in là.
L'uomo insiste.
- Sai quante occasioni di usare i superpoteri avrebbero con un figlio? Io ne ho due e credimi...
- Ma che palle, - sbotta Anna. - pare che non si possa essere una coppia senza avere figli.
- Era solo un'idea, - minimizza lui.
- Sono supereroi, ce la possono fare anche senza figli... Anzi, i veri supereroi sono proprio quelli che ce la fanno senza i figli, - sentenzia, poi si volta di nuovo verso il monitor.
[p. 129]
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5 giu 2021
La devozione per la propria terra manifestata attraverso una famosa tradizione popolare
Durante i primi mesi di quarantena del 2020 ho riscoperto il piacere della lettura. Ho letto tantissimo, come non capitava ormai da anni, e grazie a Instagram sono approdata su tanti profili molto interessanti di vari book blogger. È così che ho scoperto il libro Le janare di Gaetano Lamberti che in veste di @mr.tannus trasmette tutto la sua passione per le piante e gli animali, mentre in questo romanzo ci svela il suo lato oscuro.
La storia è incentrata su una delle credenze popolari più antiche della nostra Campania, in particolare del beneventano: donne vecchie, malvagie e solitarie si intrufolavano nelle stalle per rubare una giumenta e cavalcarla tutta la notte. È proprio ciò che accade alla famiglia di Martino, il giovane protagonista del romanzo che assieme alla sorellina Marisa cercherà di scoprire chi è la janara che ha fatto la fattura alla loro casa. Sarà forse l’odiosa zia Vincenza, che assume sempre un’aria da padrona e ha da ridire su tutto e tutti? O magari una delle anziane del paese, che ti squadrano da capo a piedi quando passi loro davanti?
Confesso che, a tratti, la lettura mi è risultata difficile: alcune scene, infatti, vengono descritte in modo così vivido nella loro crudezza da avermi provocato assoluto ribrezzo. Era proprio questa l’atmosfera che l’autore voleva ricreare ma, nonostante il tema trattato sia piuttosto macabro, egli è riuscito a comunicare tutto l’amore per la sua terra d’origine.
1 dic 2022
Un esordio letterario intriso di pura comicità, capace di rendere il mondo della pornografia più umano che mai
Gran parte delle persone che intraprendono un percorso di studi lo fa perché ha particolari ambizioni riguardo al proprio futuro lavorativo. È cosi anche per Fabio, il protagonista di Una posizione scomoda di Francesco Muzzopappa (Fazi, 2013), che dopo essersi diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma vorrebbe, chiaramente, lavorare nel mondo del cinema. Ha anche un copione nel cassetto, Il cielo di piombo, e spera che prima o poi qualcuno lo produca.
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Il castello di bugie costruito dal nostro protagonista sembra reggere alla grande e, a parte i momenti di frustrazione dovuti alle aspirazioni giovanili che sembrano allontanarsi sempre più, tutto sembra procedere per il meglio. Fabio, però, non aveva considerato che, anche in una situazione così paradossale, il suo talento non lo avrebbe abbandonato. Anzi, lo avrebbe condotto a un successo totalmente inaspettato…
Il mondo grottesco della pornografia, così come viene raccontato dall’autore, ci rivela il suo lato più umano. Grazie a una sanissima dose di comicità, ridiamo dell’imprevedibilità della vita che il più delle volte non ci fa vedere realizzati i nostri obiettivi ma, allo stesso tempo, ci premia in modi che non avremmo mai nemmeno osato immaginare.
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Il dubbio che si insinua in una coppia è il punto di partenza per raccontare la storia di tutti noi
A cosa fa pensare la parola “fedeltà”? A un cane? A un’amicizia? O alla persona che amiamo? Ho cominciato a leggere questo romanzo convinta di addentrarmi nella vita di una coppia e nelle relative dinamiche per tenere in piedi una relazione e, in effetti, all’inizio è stato proprio così.
Conosciamo Carlo e Margherita, un marito e una moglie come ce ne sono tanti: riusciamo a immedesimarci nella loro quotidianità, nell’impegno profuso per trovare la casa dei sogni; spiandoli mentre lavorano, possiamo avvertire una certa insoddisfazione e provare quel desiderio, che è appartenuto un po’ a tutti, di voler scappare e ricominciare da capo. Perfino quando tra loro due s’insinua il dubbio, quello che mette a repentaglio la fedeltà del coniuge, ci viene spontaneo chiederci: e se capitasse a me?
Ma la potenza della narrazione non si limita ai due personaggi principali. Il vero racconto è quello che si fa spazio nell’affannosa vita coniugale dei protagonisti, quello che mi ha tenuta sveglia fino all’alba in attesa di un lieto fine. È una storia nella storia con un grande carico di emozioni, talvolta dolorose come un pugno nello stomaco, che meritano di essere provate. Intanto attendo con ansia la serie Netflix che ne sarà tratta per sapere se, anche in questo caso, “era meglio il libro”.